ANDREA BENDINI

Andrea Bendini, nato nel 1944, ha vissuto a Firenze la grande stagione del teatro degli anni ’70 e negli anni ’70 ha creato con Fiorenza Mariotti  il gruppo “I Burattini Crudeli” rinnovando il teatro di marionette e burattini per adulti . Tornato a Firenze nel 1982 dopo alcuni anni a West Berlin,  è stato direttore del Teatro Humor Side, e  ha collaborato con  Ferruccio Masini, della cattedra di Lingua e Letteratura Tedesca dell’ Università di Firenze . Come germanista ha tradotto opere dal tedesco e ha collaborato con l’ Istituto di Cultura Tedesca Villa Romana. E' scomparso nel 1997.  

Alcuni dei suoi lavori teatrali (“Frammenti per la morte di Giuda” 1971, “La Morte Madrina” 1976 “L’allevatore” 1995) sono stati segnalati al Premio Riccione, diversi rappresentati,  a Siracusa (“Prometeo” 1978, regia di Alberto Gagnarli)  e a Firenze  (“Alcesti- una commedia criminale”1980, “Breakfast- le ceneri di Atreo” 1984, regia di Alberto Gagnarli ,“Tristano apocrifo”  Lucca 1983 regia di D. De Martino).

L’ultimo suo lavoro rappresentato , “Ratto- ein Rattenspiel” per burattini e attori , è andato in scena nel 1994 al Teatro Studio di Scandicci, di Giancarlo Cauteruccio, interpretato dallo stesso autore e da Gianna Deidda.

Dopo la sua scomparsa, al Teatro Comunale di Antella di Riccardo Massai, è stata rapresentata “Isabella”, per la regia di Alessandro Cevenini, con Giusi Merli. 

L'ALLEVATORE

PRESENTAZIONE DI C.M.

Un capolavoro, misconosciuto, basato su un riferimento  non letterario, ma storico: necessario alla comprensione? Chi sa chi era Sprenger?

Modello di tragedia: confronto fra due personaggi giganteschi, totalmente determinati, nella stessa contraddizione di essere l’uno storicamente esistito, l’altro di pura fantasia. ma rappresentante della concretezza di una vita che non si interessa ai problemi che trascendono la prassi. Inseriti in un contesto che è in qualche modo la sintesi dei due opposti: una famigliola borghese, di cui non si sa null’altro che quel che si vede: lo scorrere della più banale quotidianità sullo sfondo del destino di una morte temuta, attesa e desiderata, quindi con la verità esistenziale. Da lor i due opposti si incontrano, senza immergersi in quella vita.

L’allevatore vive per uccidere per vivere. Lo Spregrer storico uccideva per salvare le anime.

 

ALLEVATORE

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